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Alexander Popp | Managing Partner | Schoenherr Austria
Daniele Iàcona | Head of Italian Hub at Schoenherr
Investimenti all’estero, l’Austria hub strategico per l’Italia. Settori trainanti: sono Energy, Manifattura e digitalizzazione. Alexander Popp, Managing Partner dello studio Schoenherr, spiega le opportunità che il Paese offre agli investitori italiani
Austria hub strategico per l’Italia. Ma attenzione. “L'errore più costoso è quello di sottovalutare i percorsi critici regolatori—notifiche sugli investimenti esteri diretti e antitrust, autorizzazioni settoriali e formalità notarili—che possono causare ritardi, clausole operative limitanti o persino rischi di gun-jumping”. Alexander Popp, Managing Partner dello studio Schoenherr, racconta a ItaliaOggi le opportunità che il Paese offre agli investitori italiani. Energy, Manifattura e digitalizzazione, ma non solo…
Quali settori mostrano oggi la crescita più forte in Austria e dove si intravedono le opportunità più concrete per gli investitori italiani nel 2026?
La crescita austriaca è trainata dalla transizione energetica, dalla manifattura avanzata e dalla digitalizzazione dell'industria. Le opportunità più interessanti nel breve periodo per gli investitori italiani riguardano la generazione e lo stoccaggio di energie rinnovabili (ripotenziamento dell'eolico a terra, fotovoltaico su scala industriale e su tetto, ammodernamento del mini-idro, progetti di batterie), le tecnologie collegate alle reti e i servizi energetici, ambiti nei quali il know-how industriale e le capacità EPC italiane risultano molto competitive. La manifattura high-tech continua a beneficiare della spinta europea verso l'autonomia strategica: l'ecosistema austriaco dei semiconduttori (soprattutto in Carinzia/Stiria), l'ingegneria di precisione e la scienza dei materiali offrono spazi per acquisizioni di siti esistenti, ampliamenti di capacità e partnership per la fornitura. Mobilità e ferrovia, componentistica per mobilità elettrica e servizi industriali digitalizzati rappresentano nicchie attrattive sostenute da appalti pubblici e domanda export. Life sciences e tecnologie medicali restano resilienti tra Vienna e l'Alta Austria. Il settore immobiliare è selettivo, ma logistica, industriale leggero, alloggi per studenti e riqualificazioni energetiche stanno registrando nuova attenzione grazie alla stabilizzazione dei finanziamenti. Infine, la finanza verde e le strutture legate alla sostenibilità sono ormai diffuse nel mercato medio austriaco, creando opportunità per combinare capitali italiani con piattaforme locali.
L'Austria come ponte tra Europa Occidentale e Orientale: come si è evoluta questa posizione e quali nuove dinamiche contano per le imprese italiane?
L'Austria mantiene forti legami con l'Europa orientale grazie alla storia, alle attività transfrontaliere e ai flussi migratori dal Sud-Est e dall'Est Europa. Il ruolo di Vienna come hub direzionale, finanziario e di conformità per l'Europa centro-orientale (CEE) si è evoluto verso un'espansione ancorata all'UE e più attenta alla gestione del rischio. Il baricentro si è spostato verso Paesi UE e Balcani occidentali, con diversificazione delle catene di fornitura, rilocalizzazione e resilienza logistica come temi dominanti. Gli operatori italiani dovrebbero osservare tre dinamiche principali:
Quali gli aspetti legali e fiscali attrattivi e le aree che richiedono maggior cautela?
L'Austria offre un quadro giuridico UE stabile, forte stato di diritto e strumenti societari favorevoli agli investitori.
L'aliquota dell'imposta sulle società è attualmente al 23%, affiancata da esenzioni per partecipazioni qualificate (dividendi e plusvalenze), da un consolidato fiscale ben considerato e da un'ampia rete di trattati fruibili per ridurre le ritenute. Sul piano societario, la GmbH resta lo strumento principale; recenti riforme hanno introdotto una forma più flessibile (FlexCo), pensata per partecipazioni azionarie e sistemi di incentivazione del personale, semplificando la governance delle aziende in crescita. Le società di persone a responsabilità limitata (inclusa la GmbH & Co KG) offrono trasparenza fiscale in certi schemi, e le fondazioni private possono essere efficaci per holding e passaggi generazionali. L'esecuzione delle operazioni beneficia di processi societari e notarili sempre più digitali.
Gli investitori italiani devono valutare alcuni aspetti:
Ma entriamo nello specifico dei finanziamenti transfrontalieri, banking e strutture con entità austriache.
Vienna continua a essere un centro di finanziamento per gruppi attivi nella CEE. Sul fronte del debito, sono comuni i prestiti e obbligazioni legati alla sostenibilità, i collocamenti Schuldschein e le soluzioni a tranche unica offerte da fondi di debito, spesso accompagnati da pacchetti di garanzie soggetti a diritto austriaco e strutture di parallel debt/collateral trustee. I gruppi debitori impiegano frequentemente società holding austriache per beneficiare di esenzioni sulle partecipazioni e della rete di trattati, spingendo la leva garantita nelle giurisdizioni operative. Le strutture azionarie e di co-investimento sono sempre più flessibili, con programmi di partecipazione del management allineati al diritto societario austriaco. Per i gruppi familiari restano rilevanti le fondazioni private e gli schemi ibridi, con attenta gestione delle norme anti-abuso e della sostanza. Le banche sono caute ma attive nei settori principali; agenzie di credito all'esportazione e istituzioni multilaterali continuano a sostenere progetti energetici e infrastrutturali intensivi in spese di investimento.
Quali gli sviluppi regolatori ed economici da monitorare fino al 2026?
La Direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità aziendale (CSRD) dell'UE, modificata nel 2025 con maggiore flessibilità su tempistiche e perimetro, estende rendicontazione ESG dettagliata alle imprese non quotate più grandi e, nel tempo, a gruppi non UE con attività significativa nell'Unione; l'attuazione austriaca genererà importanti flussi di lavoro su dati, revisione e governance.
La Legge sull'intelligenza artificiale dell'UE entra in applicazione graduale tra 2025 e 2026, con impatto sui sistemi ad alto rischio in ambito industriale, mobilità e sanità; la dovuta diligenza dovrà includere governance dell'intelligenza artificiale e strategie di conformità. Nell'energia sono previsti la prosecuzione delle aste e dei meccanismi di sostegno previsti dal quadro delle rinnovabili, l'espansione della rete e incentivi alla flessibilità; la modernizzazione delle autorizzazioni rimane priorità politica.
In ambito lavoro, la conformità sul whistleblowing e l'evoluzione del lavoro ibrido/da remoto modelleranno le politiche delle risorse umane. A livello transazionale, è attesa una vigilanza costante sotto i regimi sugli FDI e il Regolamento UE sui Sussidi Esteri, aumentando l'importanza della mappatura regolatoria anticipata e di fonti di finanziamento "pulite".
E sulla protezione degli investimenti e risoluzione delle controversie?
La protezione degli investimenti in Austria poggia su un solido sistema giudiziario interno, sulle garanzie del diritto UE e sull'adesione a consolidati strumenti internazionali, tra cui la Convenzione di New York per il riconoscimento ed esecuzione dei lodi arbitrali. Vienna è una sede arbitrale di rilievo in Europa; il Centro Arbitrale Internazionale di Vienna (VIAC) amministra controversie commerciali e di investimento con una comunità legale esperta e una magistratura favorevole all'arbitrato. Le parti sofisticate includono frequentemente clausole arbitrali con sede a Vienna nei contratti transfrontalieri, talvolta combinate con clausole graduate che prevedono prima negoziazione o mediazione. Per le controversie puramente domestiche, i tribunali austriaci sono efficienti e prevedibili; per progetti multigiurisdizionali, l'arbitrato offre neutralità, flessibilità procedurale e possibilità di esecuzione in tutta la CEE e oltre.
Qual è ad oggi la presenza degli investitori italiani in Austria?
Le imprese italiane hanno costruito posizioni significative nella manifattura avanzata, energia e servizi pubblici, beni di consumo e vendita al dettaglio, mobilità e ferrovia, nonché nel settore immobiliare e nell'ospitalità.
I casi di maggior successo seguono tre schemi:
È importante sapere che bisogna:
Un consiglio per un imprenditore italiano che guarda all'Austria nel 2026. Il primo passo da fare e gli errori da evitare?
Bisogna iniziare allineando strategia e struttura: definire il modello di business obiettivo, il perimetro regolatorio (investimenti esteri diretti, controllo sulle concentrazioni, autorizzazioni settoriali) e la configurazione ottimale di holding/finanziamento secondo le regole fiscali austriache, poi sincronizzare documentazione e tempistiche dell'operazione a questo schema. L'errore più costoso è quello di sottovalutare i percorsi critici regolatori—notifiche sugli investimenti esteri diretti e antitrust, autorizzazioni settoriali e formalità notarili—che possono causare ritardi, clausole operative limitanti o persino rischi di gun-jumping. Al secondo posto, considerare l'Austria come una copia dell'Italia o della CEE: il successo nasce dall'eccellenza nell'esecuzione locale combinata con la scala transfrontaliera, non da presunzioni di omogeneità del mercato.
Contatti:
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Daniele
Iàcona
Senior Attorney at Law
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