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Ilko Stoyanov | Partner | Schoenherr Bulgaria
Daniele Iàcona | Head of Italian Hub at Schoenherr
Dall’IT all’automotive, dalle rinnovabili alla logistica, fino al farmaceutico e alla difesa: la Bulgaria si sta affermando come una delle economie più dinamiche dell’Europa sudorientale. Un quadro fiscale tra i più competitivi dell’UE, incentivi mirati e una forza lavoro qualificata rendono il Paese un partner naturale per le imprese italiane in cerca di crescita, innovazione e integrazione nelle catene di fornitura europee. Ne abbiamo parlato con Ilko Stoyanov, Partner Schoenherr Bulgaria.
Quali sono attualmente i settori a più rapida crescita in Bulgaria e dove vede le opportunità più concrete per gli investitori italiani?
La Bulgaria si sta affermando come una delle destinazioni di investimento più dinamiche dell’Europa sudorientale, con diversi settori che mostrano una crescita eccezionale. Il comparto IT/software e BPO continua a crescere a doppia cifra (12% nel 2024, 16,5% nel 2023). Il cluster automotive ed elettronico si è consolidato come una base di fornitura europea. Le opportunità maggiori sono legate alla transizione verso la mobilità elettrica. Le energie rinnovabili rappresentano uno dei campi più dinamici. La capacità solare su larga scala è aumentata di oltre un gigawatt negli ultimi due anni. Parallelamente, la Bulgaria ha lanciato programmi, sostenuti dall’UE, a supporto dello stoccaggio di energia su larga scala, con oltre 500 milioni di euro di aiuti di Stato già approvati. In aggiunta, con una lunga tradizione in campo farmaceutico e di ricerca medica, la Bulgaria ha attratto investimenti crescenti nella produzione di farmaci generici, sperimentazioni cliniche e outsourcing di R&S (Ricerca & Sviluppo). Anche la logistica e l’immobiliare industriale aprono spazio a nuovi progetti build-to-suit. Infine, la produzione legata alla difesa sta guadagnando slancio con l’aumento della spesa militare e l’ingresso di grandi player internazionali.
Dopo oltre vent’anni di attività, quali grandi trasformazioni ha osservato nel mercato bulgaro e nell’approccio degli investitori stranieri?
Negli ultimi vent’anni, la Bulgaria è passata dall’essere vista principalmente come una località a basso costo a posizionarsi come destinazione per investimenti ad alto valore aggiunto. Oggi il principale motore attrattivo per gli investimenti è costituito dalla possibilità di sviluppare operazioni sofisticate in ambiti come la manifattura avanzata, i servizi IT e la ricerca & sviluppo. Parallelamente, il mercato del lavoro si è evoluto. Di conseguenza, gli investitori vedono oggi la Bulgaria non più come un semplice hub a basso costo, ma come una location strategica per innovazione, crescita regionale e integrazione nelle catene di fornitura europee.
La Bulgaria è spesso citata come un Paese competitivo in termini di costi e fiscalità: quali aspetti del quadro legale e fiscale risultano davvero più vantaggiosi per un’azienda italiana?
I principali vantaggi sono costituiti da un’imposta societaria al 10% e la flat tax al 10% sui redditi personali. Per le strutture di gruppo, i dividendi distribuiti all’interno dell’UE possono essere esenti da ritenute (a determinate condizioni), mentre il trattato Italia–Bulgaria elimina la doppia imposizione e riduce le ritenute sui pagamenti transfrontalieri. Sul fronte investimenti, la Bulgaria offre schemi di promozione come lo status “Classe A/Priorità”, che garantisce permessi più rapidi, infrastrutture migliorate, supporto alla formazione e, in alcuni casi, facilitazioni nell’uso dei terreni. Tutti elementi che riducono i tempi di avvio per le imprese italiane. Inoltre, le aziende beneficiano di regole IVA armonizzate con l’UE e di un tetto massimo alle basi contributive, aumentando la prevedibilità del costo del lavoro.
Dal punto di vista aziendale e operativo, ci sono caratteristiche specifiche del sistema bulgaro che rendono l’ingresso sul mercato più facile o veloce rispetto ad altri Paesi della regione?
La Bulgaria offre diversi vantaggi pratici che rendono l’ingresso sul mercato rapido e fluido. La costituzione di una società è semplice e si completa in genere entro tre-cinque giorni lavorativi. Per gli investitori industriali, il Paese ha sviluppato una rete di terreni pronti per la costruzione in zone specializzate, come la Trakia Economic Zone di Plovdiv o Sofia- accelera l’avvio delle operazioni. Inoltre, il governo rilascia certificati d’investimento che danno accesso a sussidi statali, servizi amministrativi prioritari e supporto infrastrutturale dedicato.
Quali ostacoli o complessità dovrebbe realisticamente aspettarsi un imprenditore straniero, e come possono essere gestiti al meglio?
Le procedure amministrative, per esempio, possono subire ritardi a livello locale. I processi giudiziari, specialmente nelle dispute commerciali, possono richiedere tempi più lunghi del previsto, ma sono generalmente gestibili. Scegliere siti in zone industriali consolidate riduce gli ostacoli amministrativi, mentre collaborare con partner HR esperti facilita l’accesso ai talenti. Per le questioni contrattuali, molti investitori adottano clausole arbitrali per garantire maggiore efficienza e prevedibilità.
Come viene garantita la protezione degli investimenti in Bulgaria e quali meccanismi di risoluzione delle controversie utilizzano oggi più frequentemente gli operatori internazionali?
La protezione degli investimenti in Bulgaria si fonda sull’appartenenza all’UE, su trattati bilaterali e sull’allineamento agli standard internazionali.
In termini di risoluzione delle controversie, la maggior parte degli investitori stranieri preferisce l’arbitrato. I più utilizzati sono ICC o VIAC, a conferma del forte collegamento con la prassi giuridica europea consolidata. Come opzione locale, è molto usata anche la Corte arbitrale della Camera di Commercio e Industria bulgara, soprattutto per questioni commerciali.
Negli anni ha assistito aziende italiane in Bulgaria: in quali settori si è concentrata maggiormente la loro presenza, e può condividere alcune esperienze positive?
Sì, principalmente energia e manifattura.
Le aziende italiane sono state particolarmente attive nel settore delle energie rinnovabili. Questi progetti non solo hanno portato investimenti, ma anche trasferimento di know-how e tecnologie,. Un esempio significativo è la partecipazione di imprese italiane a progetti infrastrutturali e di pipeline del gas. Sul fronte manifatturiero, gli investitori italiani hanno avviato attività in comparti come componentistica automotive e tessile. Le aziende italiane, sulla base di questi presupposti, possono costruire partnership di lungo periodo e orientate alla crescita in Bulgaria.
Se dovesse dare un consiglio a un imprenditore italiano che considera la Bulgaria come destinazione per un nuovo investimento, quale sarebbe il primo passo da compiere?
Il mio consiglio agli imprenditori italiani è di iniziare analizzando il quadro degli incentivi all’investimento in Bulgaria, in particolare la disponibilità di sussidi statali “cash back”. Questi programmi sono mirati ai settori high-tech e alle regioni a più alta disoccupazione, offrendo un sostegno finanziario che riduce i costi iniziali e favorisce una crescita sostenibile. Considerando queste opportunità fin dall’inizio, gli investitori possono accorciare i tempi di ingresso sul mercato, rafforzare la pianificazione finanziaria e gettare solide basi per il successo a lungo termine in Bulgaria.
Contatti:
Ilko Stoyanov | Partner | Schoenherr Bulgaria
T: +359 2 93310 72 | E: i.stoyanov@schoenherr.eu
Daniele Iàcona | Head of Italian Hub | Senior Attorney at Law
T: +40 733 730 119 | E: d.iacona@schoenherr.eu
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Daniele
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Senior Attorney at Law
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